“Cazzo che figata questi supereroi!”
Sfido
chiunque a non pronunciare questa frase dopo aver visto il
fantasmagorico piano sequenza iniziale di “Avanger – the age of
Ultron”, il nuovo film di Whedon e compagnia bella (Robert Downey
Jr., Scarlet Jhoansson, Mark Ruffalo, per citarne alcuni),
in cui gli Avengers mostrano l'apice dei loro poteri e della loro
forza, che lasciano senza parole e allontanano ogni pregiudizio
nei confronti del film.
In questo capitolo, il gruppo di supereroi guidati da Captain America (Chris Evans) avrà come antagonisti Ultron (James Spader), un'intelligenza artificiale sfuggita al controllo umano che assume la forma di una delle armature di Tony Stark/Iron Man (Robert Downey jR), e due gemelli Wanda Maximoff/Scarlett (Elizabeth Olsen) e Pietro Maximoff/Quicksilver (Aaron Taylor-Johnsson), aventi rispettivamente i poteri della telecinesi e della supervelocità.
Questi
nuovi personaggi creeranno grossi problemi ai nostri eroi, sia dal
punto di vista fisico, che da quello psicologico, tanto che la loro
unione verrà messa gravemente a rischio.
Gli antagonisti |
Anche
in questo episodio della saga non mancano le scene d'azione, miste a
una buona dose di ironia, anzi il più delle volte riescono a
coinvolgere lo spettatore e a fargli brillare gli occhi, grazie a
effetti speciali straordinari e a un'ottima cura per le coreografie
dei combattimenti che coinvolgono molti supereroi insieme (un'orgia
di supereroi... insomma!).
Questo
Avengers non è nulla di eccezionale ma è un buon film, però:
se
la formula “azione + battute = divertimento assicurato”, aveva
portato al successo e alla riuscita del primo film, in questo sequel
Whedon tenta di approfondire alcuni personaggi e alcune sottotrame,
rischiando spesso di prendersi troppo sul serio (ad esempio se
inizialmente la “love story” tra Vedova nera -Scarlett Johansson-
e Bruce Banner -Mike Ruffalo- poteva essere intrigante con l'andare
del tempo comincia anoiosa e superficiale).
Se
l'intrattenimento funziona alla grande (le 2 ore e 20 volano),
seguendo un l'esempio di leggerezza e semplicità di“Pacific rim”
di Guillermo Del Toro, in questo cinecomics manca l'empatia con i
protagonisti del film, che risultato troppo piatti e stereotipati per
immedesimarsi in essi.
Ciò
che rende ottimo un film sui supereroi è proprio la sintesi tra
divertimento e approfondimento psicologico (“Spiderman 2” di
Raimi è l'esempio perfetto così come il secondo Batman di Nolan),
bilanciamento che non è riuscito in questo film e a tratti si sente
la mancanza sia di una componente che dell'altra.
La
maggior parte delle persone che vanno a vedere un cinecomics lo fanno
per l'adrenalina e l'azione, quindi o si fa un film d'intrattenimento
o uno che pretende di solcare i profondi mari dell'anima:
nel
cinema le vie di mezzo non sono mai una bella idea,
o
meglio, buttare qua e là scene un po' più impegnate in un film
d'azione per accontentare tutti è una cazzata e scontenta tutti (soprattutto i cinofili).
Dal
punto di vista tecnico, invece, l'unico appunto negativo che si può
fare a questo “Avenger” è sulla fotografia:
anonima
per gran parte del film, si salvano le scene oniriche dove si osa
qualcosa in più, mentre in quelle di combattimento nei luoghi chiusi
il regista non utilizza bene lo spazio a disposizione e le sequenze
risultano troppo confusionarie.
Probabilmente è un passo indietro rispetto al primo Avengers, ma la spettacolarità di certi scontri valgono da soli il prezzo del biglietto.
Voto 6,5 meritava 6 ma "Hey è la Marvel, che dal 1939 è il simbolo delle fantasie eroiche dei ragazzini!", quindi un mezzo punto in più!
Probabilmente è un passo indietro rispetto al primo Avengers, ma la spettacolarità di certi scontri valgono da soli il prezzo del biglietto.
Voto 6,5 meritava 6 ma "Hey è la Marvel, che dal 1939 è il simbolo delle fantasie eroiche dei ragazzini!", quindi un mezzo punto in più!
"Casomai non vi rivedessi... buon pomeriggio, buonasera e buonanotte"
C.V.
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