domenica 26 aprile 2015

L'importanza del 25 Aprile e un'amara riflessione (PRIMA PARTE)

PARTE PRIMA: Un'amara riflessione 

"I nostri nonni hanno combattuto per un'Italia libera, giusta e felice. Ma inspiegabilmente il loro sogno si è realizzato in Svezia" 
cit. Giuseppe Miccolis

Parliamoci chiaro... in buona parte il 25 Aprile ha fallito. 
Ecco due esempi, anche piuttosto recenti, fra le decine che si potrebbero portare a suffragio di questa teoria: 
e quel che tutt'ora sta accadendo in Val di Susa dove il dissenso democratico non è ammesso e i manganelli non esitano a far suonare la loro musica.

Quel giorno di 70 anni fa il fascismo fu seppellito sotto una (appena percettibile) coltre di polvere e non di tonnellate di terra come si è erroneamente portati a pensare; al suo posto fu instaurata una partitocrazia travestita da democrazia che spesso ha ricordato molto da vicino metodi fascisti e che oggi, a troppe persone, fa addirittura rimpiangere quell'epoca nefasta per la storia d'Italia.


Basta farsi un giro su internet per dover ammettere che il fascismo in Italia non è mai morto, anzi sta tornando di gran moda... quella piaga sociale, quell'aberrante sistema politico che tinge la realtà di grigio, uccide l'arte zittendo musiche e bruciando libri è ancora vivo e anzi, con molta probabilità non ha mai smesso di governarci veramente.

Dopo il 25 Aprile 1945 le maglie della rete della repressione politica si sono allargate, è innegabile, ma ciò non vuol dire che non esistano, ciò non vuol dire che non possano tornare a stringersi da un momento all'altro... l'impressione dilagante è che dopo quel giorno siamo entrati in quella guerra civile fredda che DanieleLuttazzi ha descritto nel suo libro dal titolo, per l'appunto, "La guerra civile fredda" e che non accenna a terminare.



Scrivo il giorno dopo i festeggiamenti per i 70 anni del 25 Aprile perché per me, convinto oppositore del fascismo, è stata dura accettare questo pensiero che per tutta la giornata di ieri ho affrontato in un dialogo con me stesso...
è un po' come quando scopri che Babbo Natale non esiste o che Dio e Gesù non sono altro che un'invenzione umana.
E' difficile ammettere che al termine di una guerra civile perdono tutti, soprattutto dopo che per parecchi anni si è pensato di essere dalla parte dei vincitori, e che il rancore è un mostro che si assopisce ma non muore,.
“Ma come mettere fine a questa guerra civile fredda”? era la domanda che ieri mi facevo con insistenza.
L'unica risposta che mi davo è che in tempi di pace l'unica soluzione è il dialogo, con tutti... poi in serata una mia amica di Facebook scrive citando Nicolai Lilin: 

"Non potevo ammazzarlo perché gli volevo bene. Allora ho fatto come diceva di fare mio nonno con tutti quelli che non possono capire le cose essenziali; gli ho augurato buona fortuna."

...e l'ho trovata una risposta bellissima ma... 

continua nella seconda parte:
http://levisionidik.blogspot.it/2015/04/limportanza-del-25-aprile-e-un-viaggio.html



PS: invito chi inneggia a Mussolini a leggere "Canale Mussolini" di Antonio Pennacchi:

http://levisionidik.blogspot.it/2014/02/canale-mussolini-recensione-antonio.html


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