Le Visioni di K tornano a ospitare una lettera scritta da un’altra persona, una persona che abbiamo già incontratoinsieme e che a me ha emozionato tantissimo: Massimo Gremellini.
Gramellini
scrive una lettera destinata a tutti i ragazzi italiani ma soprattutto ai
ragazzi e alle ragazze fragili, quelli che vengono umiliati dai coetanei sul
web (e nella realtà)... ma andrebbe letta anche dai genitori!
…e io la
voglio avere come parte integrante del mio blog perché è una lettera che sposta
la bilancia del mondo dalla parte del bene:
"Cari ragazzi,
questa è una storia che fino a qualche tempo fa non sarei stato in grado di leggere, figuriamoci di raccontare. Ma stasera vi chiedo di essere più forti di me e di ascoltare la storia di Carolina.
Carolina aveva 14 anni, una mamma brasiliana, un papà italiano. Abitava a Novara. Era brillante, carina, infatuata di un suo coetaneo. Poi bisticciarono e lo lasciò. Lui non accettò il verdetto e disse agli amici che lei era una poco di buono. A 14 anni, me lo ricordo ancora, i maschi tendono a pensare che la ragazzina che li ha lasciati sia una poco di buono. Altrimenti perché li avrebbe lasciati?
questa è una storia che fino a qualche tempo fa non sarei stato in grado di leggere, figuriamoci di raccontare. Ma stasera vi chiedo di essere più forti di me e di ascoltare la storia di Carolina.
Carolina aveva 14 anni, una mamma brasiliana, un papà italiano. Abitava a Novara. Era brillante, carina, infatuata di un suo coetaneo. Poi bisticciarono e lo lasciò. Lui non accettò il verdetto e disse agli amici che lei era una poco di buono. A 14 anni, me lo ricordo ancora, i maschi tendono a pensare che la ragazzina che li ha lasciati sia una poco di buono. Altrimenti perché li avrebbe lasciati?
A una festa, gli amici dell’ex ragazzo trovarono Carolina barcollante per qualche birra di troppo. Forse era la prima “ciucca” della sua vita. Estrassero i telefonini come armi e ripresero tutto: lei che correva in bagno a vomitare, loro che le facevano proposte oscene. Filmarono e misero su Facebook, cioè a disposizione della curiosità del mondo intero.
Per
Carolina cominciò un’altra vita.
Quel
filmato che girava di computer in computer la marchiò come una lettera scarlatta, additandola come una
ragazza facile e volgare. Lei cercò di tornare con il suo ex, ma stavolta fu
lui a respingerla… su Facebook.
Una sera il padre la accompagnò ai giardini dove si radunava la compagnia, ma dopo venti minuti lei lo richiamò per farsi riportare a casa. Si chiuse in camera sua. Devo studiare, disse. Invece scarabocchiò un biglietto per la sorella: “Mi dispiace, non ce la faccio più a sopportare”. Poi aprì la finestra del terzo piano e si lasciò cadere nel buio.
Questa
settimana il suo ex e quelli che la ripresero col telefonino sono stati incriminati dal tribunale dei
minorenni. Ma non è di loro che vi voglio parlare. Io voglio parlare ai ragazzi
e alle ragazze fragili. Quelli che
vengono umiliati dai coetanei sul
web: perché sono gay, perché sono strani, perché sono deboli o comunque diversi da ciò che
l’opinione del branco giudica normale.
Capisco bene che un’infamia su
Facebook abbia il potere di sconvolgervi la vita. Succede anche a me, che in
teoria sarei un adulto, ma che quando qualcuno m’insulta su internet ritorno un
adolescente pieno d’insicurezze.
Però bisogna resistere, ragazzi.
In passato una maldicenza impiegava anni a diffondersi, ma poi rimaneva viva per sempre, e alle spalle di certi vecchietti ancora si malignava a proposito di qualcosa che avevano compiuto durante la giovinezza. La Rete ha ribaltato la situazione. Oggi la maldicenza si diffonde in fretta, ma – ecco la buona notizia – altrettanto in fretta evapora.
Di ciò
che Carolina aveva o non aveva fatto a quella festa, nel giro di pochi mesi non
se ne sarebbe più ricordato nessuno, perché nella società delle immagini le
immagini vengono rapidamente sostituite da altre immagini. Le sarebbe bastato
resistere ancora un po’.
Se quest’estate qualcuno di voi finisse dentro una trappola simile, spenga il computer e interrompa il flusso, si allontani dal branco per qualche tempo.
Cambi il punto di osservazione e vedrà
la realtà sotto un altro aspetto.
Fidatevi,
funziona così.
Fidatevi,
perché la vita è una cosa dura e seria,
e non merita di finire a 14 anni per un filmato su Facebook, qualunque cosa
esso contenga.
Buona notte e buona estate a tutti voi."
Da
“Che Tempo Che Fa”del 26/05/2013.
…e non dimenticate mai che…
i veri deboli sono proprio i bulli perché per dimostrare
di esistere hanno bisogno di far rumore,
hanno bisogno del giudizio favorevole da parte del branco, hanno
bisogno d’incutere timore….
Una persona forte non ha bisogno di sentirsi
importante agli occhi degli altri ma vive in armonia con il mondo e con il
tempo e proprio il tempo vi renderà giustizia … sempre… fidatevi, perché un bullo è destinato a perdere nella vita.
Insomma... il bullismo è una roba da sfigati!
TENETE BOTTA e magari imparate qualche sport di autodifesa!
Massimo Gramellini e K
"LA VIOLENZA E' L'ULTIMO RIFUGIO DEGLI INCAPACI"
Isaac Asimov
Nessun commento:
Posta un commento
...E TU... COSA NE PENSI?
..LA TUA OPINIONE E' IMPORTANTE!
Si prega di firmare i commenti (anche solo con il nome) e di rispettare le idee altrui! Gli insulti verranno bannati.