Ho
avuto sempre grande fiducia in Darren Aronofski e anche quando si è
avvicinato alla produzione di un film come "Noah", che
rischiava di essere il classico kolossal hollywoodiano solo effetti
speciali senza senso narrativo, l'ho sempre incitato pensando a lui
come un grande talento...
...e
ora che ho visto "Noah", ho la convinzione di aver fatto
un'ottima scelta a scommettere su di lui, e lui per ringraziarmi mi
ha stupito.
La
trama si rifà alla nota parabola biblica dell'arca di Noè presente
nella Genesi.
Noah (Russel Crowe) è l'integerrimo essere umano scelto da Dio per
costruire l’Arca sulla quale la sua famiglia e
alcune coppie di animali troveranno la salvezza dal grande diluvio
che il Creatore farà scendere sulla terra per punire i peccatori, ma
Aronofski rende il contesto più interessante facendoci porre alcune
domande:
"Nel
disegno del mondo post-diluviano l'uomo troverà il suo posto
nonostante sia corroso dal desiderio e dalla hybris di dominio?";
"Se
l'uomo è un elemento così negativo nella Storia Universale perché
continuarne la stirpe?".
A
ognuno di coloro che guarderanno “Noah” l'ardua sentenza.
Noah
si può dividere in due parti:
la
prima più lineare, nella quale vengono presentati i personaggi e che
è incentrata sulla costruzione dell'Arca e sulla sua difesa dai
discendenti di Caino; mentre nella seconda parte il film prende una
piega più psicologica o filosofica, nella quale, soprattutto il
personaggio di Noè, è così oppresso dai molti dubbi che rasenterà
la follia.
Tutto
questo è raccontato da una fotografia e a una computer grafica eccezionale, grazie alla quale
alcune sequenze, come quella in cui Noah racconta la Creazione ai
propri figli o il tentativo di salvezza da parte della stirpe malvagia di Caino, valgono da sole il prezzo del biglietto.
Aronofski
dimostra di essere un ottimo regista sperimentando modi nuovi di
narrazione cinematografica, riuscendo a mostrare i personaggi umani e
non idealizzati dalla leggenda e a raccontare la storia senza scadere in banalità visive o
tematiche, infatti sarà uno di quei film biblici che non piacerà né
ai bigotti né ai detrattori della religione cristiana....insomma,
scontenterà tutti ma non i veri amanti di cinema.
Se a tutto questo si aggiunge un cast "da Oscar", che al perfetto Russel Crowe affianca fra gli altri Jennifer Connelly, Emma Watson e l'immenso Anthony Hopkins nel ruolo di Matusalemme, si avrà un film entusiasmante e stimolante da vedere assolutamente.
Noah
non è un' opera perfetta perché ha le sue pecche, come lo scadere
un po' troppo spesso nel fantasy o alcuni dialoghi un po' troppo
banali, ma riesce a essere una grande parabola sull'uomo e sulla
sua specie, raccontandone le origini e i suoi sviluppi, cercando di
trovare il motivo determinante dei nostri mali e, che si creda o meno alla Bibbia, se si conosce il passato si può prevedere il futuro e quindi, se si conosce il
problema si conosce anche la soluzione.
"Casomai non vi rivedessi... buon pomeriggio, buonasera e buonanotte"
C.V.
Voto
8 Fatti un'arca di legno di cipresso e vai a vedere “Noah”!
Arocoso ha stile da vendere, e qui lo dimostra. peccato che, a mio modesto parere, come con "The fountain" la ciambella non gli sia riuscita col proverbiale buco. Mi è sembrato molto confuso, mettendo tecniche da cinema indie con quelle del kolossal a là Signore degli Anelli.
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