non
dirmi che hai paura, piccola, perché ora
ogni cosa è perfetta nelle parole che Giuseppe Catozzella ti ha dedicato,
parole scritte con passione, una passione intensa che si percepisce leggendo la
tua storia che lui ha voluto scrivere rendendoti immortale.
Perché
l’arte ha il potere dell’eternità:
ora sei nella memoria del mondo e di
te rimarrà un video in cui una ragazzina di 17 anni emoziona milioni di spettatori sfidando
l’impossibile nei 200 metri femminili alle Olimpiadi di Pechino 2008, ma soprattutto rimarrà un libro in cui tu
corri ancora “come se non dovessi
arrivare da nessuna parte”, tu corri ancora… corri nel per sempre.
ho corso
con te e con Alì per le strade di Mogadiscio martoriate dalla guerra, mi sono addormentato
ascoltando le canzoni di Hodan, ho imparato dalla saggezza di aabe ed ero fra il pubblico di Pechino,
in piedi ad applaudire la tua vittoria perché tu, Samìa, a Pechino hai vinto, e chi dice che hai perso... mente.
…e
poi il Viaggio, maledetto Viaggio, insensato Viaggio! Anche ora mentre scrivo
sento la rabbia e la tristezza che ho provato mentre ne leggevo, ma le mie
sensazioni sono un granello di sabbia nella terribile infinità del deserto in
confronto a quello che hai vissuto tu.
Come
abbiamo potuto che ti accadesse? Eppure ancora accade, proprio in questo
momento sta accadendo di nuovo. Perdonaci Samìa… perdonaci!
Avrei voluto dirti di non farlo. Avrei voluto abbracciarti e non lasciarti partire e invece sei partita perché non si può arrestare il desiderio di libertà, non si può imprigionare chi è “fatto della stessa materia dei sogni”*, non si può fermare chi non ha paura di correre verso il proprio destino anche se per raggiungerlo ci sono un deserto soffocante o un mare impietoso da attraversare.
Cara
Samìa veloce come il tempo, ora sei nel mare che i Signori della guerra ti
vietavano di avvicinare, sei nella deserto
che non ti può più far male.
Dolce
Samìa, non dirmi che hai paura ora che per te la guerra è finita, ora che sei il vento
che gioca fra le foglie, un cavallo alato che vola nell’aria, ora che sei un
miracolo.
“Non
dirmi che hai paura” è un libro essenziale del quale ci s’innamora, del quale
non si può fare a meno se si vuole aprire gli occhi davanti ad una dolorosa realtà della nostra epoca, un libro che ognuno di noi ha il dovere di leggere.
Il più grande merito di Catozzella è stato quello di dare un
nome a una di quei viaggiatori disperati, raccontarne la sua storia e da oggi, grazie a lui, ogni immigrato che cerca di raggiungere le nostre coste per fuggire da terre senza speranza, chiamatelo pure Samìa…
...Samìa che ce l’ha fatta, Samìa che ha vinto, Samìa che non ha avuto paura, perché “la paura è un lusso della felicità”.
...Samìa che ce l’ha fatta, Samìa che ha vinto, Samìa che non ha avuto paura, perché “la paura è un lusso della felicità”.
Ti
abbraccio forte Samìa, come avresti meritato di essere abbracciata
K
Pif legge Catozzella |
NB le frasi che ho scritto in corsivo sono frasi estratte da "Non dirmi che hai paura".
*frase di William Shakespeare usata in modo perfetto in questo libro da Giuseppe Catozzella
L'articolo che Roberto Saviano ha scritto su "Non dirmi che hai paura":
http://www.repubblica.it/cultura/2014/01/11/news/samia_yusuf_omar_libro-75623570/
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