Ciao
Benito
cosa
penso politicamente di te l’ho già espresso qui
infatti
non ti scrivo per questo ma per raccontarti di un libro che ho da poco
terminare di leggere: “Canale Mussolini”, scritto in modo sublime da Antonio
Pennacchi.
“Canale
Mussolini” è una saga familiare che comincia alla fine dell'800 e arriva fino al secondo dopoguerra.
L'epopea della famiglia Peruzzi, una di quelle famiglie che negli '30 dello scorso secolo dal Veneto si trasferirono nel Lazio, nelle terre dell’Agro Pontino bonificate anche grazie al fascismo. Ma "Canale Mussolini" è soprattutto una macchina del tempo che ti strappa dal ventunesimo secolo e ti fa vivere la storia d’Italia come se stesse accadendo oggi.
L'epopea della famiglia Peruzzi, una di quelle famiglie che negli '30 dello scorso secolo dal Veneto si trasferirono nel Lazio, nelle terre dell’Agro Pontino bonificate anche grazie al fascismo. Ma "Canale Mussolini" è soprattutto una macchina del tempo che ti strappa dal ventunesimo secolo e ti fa vivere la storia d’Italia come se stesse accadendo oggi.
In questo libro la storia si respira a pieni polmoni, è scritta in modo efficace, semplice e divertente.
Benito,
come avrai intuito dal titolo, la colonna portante di questo libro sei tu, tu e la tua millantata formidabile impresa di riuscire nell'intento di bonificare le "invincibili" paludi dell'Agro Pontino.
"Canale Mussolini" umanizza la tua figura storica, fin quasi
a poterti toccare, conversare con te, con il primo Mussolini:
l'entusiasmante Mussolini socialista e pacifista, bandiera degli indifesi e dei giusti, amico di Lenin e di Pietro Nenni.
l'entusiasmante Mussolini socialista e pacifista, bandiera degli indifesi e dei giusti, amico di Lenin e di Pietro Nenni.
Io
ho cenato con te a casa Peruzzi, io c’ero e sono stato anche bene quella sera di 100 anni fa a conversare con te.
Pennacchi
racconta degli obiettivi raggiunti dal fascismo per il bene degli italiani ma
anche del Mussolini intimorito dopo l’omicidio Matteotti, un Mussolini che, come il peggiore degli incapaci, ha dovuto aggiungere
violenza a violenza per levarsi dai guai; Pennacchi racconta del Mussolini
accecato dalla follia all'apice della gloria, avido di potere che ha trascinato con sé l’Italia intera
nel baratro della guerra e dell’autodistruzione, ma anche del Mussolini vigliacco che
tenta la fuga travestito da soldato tedesco.
Benito,
mai come in “Canale Mussolini” ho letto pagine tanto obiettive sulla storia d’Italia
e su ciò che fu il fascismo che non è altro che un’idea socialista (di sinistra), solo in minima parte riuscita (ci sono parecchi miti da sfatare sui successi del fascismo), che si innamorò
del potere fino a mostrare il lato peggiore di sé stessa, perché...
...nulla è mai del tutto giusto o del tutto sbagliato e nulla fa eccezione.
...nulla è mai del tutto giusto o del tutto sbagliato e nulla fa eccezione.
Ma
quando si è finito di leggere “Canale Mussolini” rimane quella sgradevole
sensazione di immobilismo, perché l’Italia di oggi somiglia tremendamente a
quella di 100 anni fa ed è inutile avere nostalgia del tuo nome perché, nessuno lo può negare, il fascismo è un’idea che è nata con le migliori intenzioni ma poi ha fallito in ogni campo... e come si può rimpiangere un errore?
ti saluto
K
PS
Ti riporto qualche stralcio da “Canale Mussolini, sono sicuro che apprezzerai:
- Il dramma della
condizione umana è proprio questo: sei quasi perennemente condannato a vivere
nel torto, pensando peraltro d'avere pure ragione.
- “Lei dice che la
libertà in italia l’avrebbe levata il fascismo? Ma in Italia non c’è mai stata
la libertà, che t’ha potuto levare il fascismo?”.
- (sullo
scontro fra socialisti e fascisti) “E’ per questo che ci siamo odiati tanto,
perché eravamo fratelli che si sono divisi. La gente non si odia mai con un
nemico storico come si odia poi con i fratelli”
- (Parlando
degli immigrati di oggi) Ma che non lo sanno pure loro che nove volte su dieci gli si
ribalta il barcone e muoiono affogati? Lei fa bene a dirgli: “Guarda che nove
volte su dieci muori”. Quello ti risponde: Lo so, ma dieci su dieci muoio se
resto a casa mia”
- Mussolini
avrà fatto la dittatura, il totalitarismo, le leggi speciali, le guerre, le
persecuzioni degli ebrei –ci ha portato al disastro insomma- ma da giovane era
stato socialista (…) e pure a San Sepolcro, quando ha fondato il fascio, aveva
un programma di sinistra.
- (Sulla
manipolazione della realtà)(i malati di malaria dall’Agro Pontino) li
caricavano di corsa su su una lettiga e via di corsa a morire a Velletri, in
ospedale, perché non risultassero morti di malaria in palude. Meningite o
infarto, scrivevano poi sui certificati di morte e Velletri, non in palude,
perché il fascio la malaria l’aveva debellata. Ma che debelli se poi la gente
ci muore?
- Balbo
tornò dalla trasvolata atlantica ed era tutto entusiasta dell’America (…) il
Duce gli disse di mettersi l’anima in pace che prima o poi ci si sarebbe dovuti
scontrare anche con loro. Balbo era sbiancato: “Ma Benito (…) ma tu hai idea
della potenza economica che hanno quelli là? (…) Noi siamo pigmei confronti a
lori”
“Ma tasi Italo! Cossà vòtu che sia la
potènsa del loro oro contro quella del nostro sangue”
“Ah,
va ben” fece allora il Balbo, che poi uscendo chiese però piano piano al
Rossoni: “Ma sta diventando matto? Ma fatelo vedere, fioi”.
(Italo Balbo
che poi morì in circostanze molto strane)
- (Parlando
della disfatta imperialista di Mussolini) Dia retta a me: la prossima volta che
l’aquila imperiale (…) si rimette a svolazzare sui colli fatali nostri, ci
conviene chiamare a raccolta l’Arci-caccia e farle sparare subito come il
peggior uccellaccio.
- (1936)
Quando Hilter poi gli disse che ce l’aveva con gli ebrei, allora il Duce ci
voleva mettere una croce sopra: “A questo xè mato! Ma che casso ghe gà fato de
mal sti pori brèi”
- (1938) “…e
alla fine dell’anno 1938 gli ebrei erano fuorilegge in tutt’Italia, non erano
più cittadini uguali agli altri (…). Io dico la verità: ai miei zii non faceva
nessun effetto. Lei ha mai sentito di qualcuno per caso in Italia che nel 1938
o 1939 si sia alzato a dire: “Però con questi ebrei no, non si fa così”?
Nessuno. Neanche una parola. Tutto il popolo italiano ha detto: "casso mi
frega a mi? Son mica ebreo mì" (…) pure i miei parenti e tutto il popolo
italiano non ci hanno messo niente (…) a dire: “ Eh, sti casso d’ebrei i xè
proprio maledéti”. Ora però lei ricorderà pure che due dei quattro progettisti
di Aprila e Pomezia erano ebrei. Fascistissimi ma ebrei.
- (Aprile 1945)
Tutti gli altri (i fascisti) si arresero e basta: “Amen”, come peraltro fece il
Duce stesso. Anzi, lui, l’Uomo, si fece catturare nascosto dentro un camion
tedesco, camuffato sotto il pastrano dell’ultimo soldato del suo alleato
germanico. Altro che “Se avanzo seguitimi, se indietreggio uccidetemi”.
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