venerdì 23 novembre 2012

A Roberto Di Matteo: del Chelsea, del calcio e della gratitudine


Lasciate ogni speranza voi che entrateDante Alighieri

Ciao Roberto

che la riconoscenza non sia di questo mondo è un argomento abbastanza dibattuto. C’è chi ne è certo e c’è chi, invece, ci crede ancora, ma una cosa è certa: la riconoscenza non fa parte dell’ambiente del calcio.


Il calcio è uno sport bellissimo, pochi sport ti sanno dare l’emozione che si prova quando la dannata sfera oltrepassa la maledetta linea bianca. 


Il calcio è uno sport bellissimo ma, dove c’è pecunia non c’è spazio per i sentimenti, questa è la triste regola del business, e il mondo del calcio è un mostro avido di denaro che divora tutto, ricordi e gratitudine.


Chiunque voglia giocare a calcio dovrà ricordarsi di gustarsi a fondo il momento in cui si alza una coppa al cielo, goderselo in ogni atomo, perché la partita seguente incomincerà di nuovo da 0 a 0 senza nessun privilegio per le vittorie del passato.

Nel calcio ci sono regole non scritte da seguire, come quella di non lasciar troppo spesso in panchina i pupilli dei presidenti e solo alle bandiere come Ferguson, Del Piero, Totti o John Terry si perdona tutto.

Così non ti è bastata la passione per per quella maglia blu e nemmeno aver vinto l'unica Coppa Campioni nella storia del Chelsea. Il mostro aveva fame e, questa volta, tu sei stato il suo cibo!

Mi spiace ma per oggi non si costruiscono monumenti alla memoria.

Buona fortuna "Normal One", troverai di sicuro un’altra squadra

K



PS Ma in fin dei conti è la vita che è così: goditi quell'attimo di felicità finché esiste, sapendo che terminerà e non aspettarti mai nessun tipo di riconoscenza. Ecco una delle formule per la serenità!






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