Mezzanotte
quasi l'una:
da
lì a poche ore avrei dovuto prendere l'aereo che mi avrebbe
riportato a casa così, mentre la suadente Catania brulicava entusiasta di vita notturna, io, facevo rientro in hotel.
Purtroppo
“Demoni” di Cristopher Moore, il libro che stavo leggendo, era
seppellito dentro la valigia grande già pronta per essere imbarcata e, per un anomala notte, facevo zapping in Tv. Fra una
televendita di tappeti e una serie tv d'annata sono capitato sul
canale digitale di Radio Italia. Proprio in quell'istante era appena
iniziato il video di “Muchacha” la nuova canzone di Anna
Tatangelo, la compagna di Gigi D'Alessio che è più piccola del
figlio di Gigi ma sembra la madre... di Gigi:
per un inspiegabile attacco di curiosità perversa ho scelto di ascoltare la canzone e vedere il video fino alla fine. Forse volevo oltrepassare il muro dei miei pregiudizi (che mi spingono a pensare che è meglio se Anna Tatangelo faccia la casalinga), forse volevo dare un'altra possibilità alla musica pop italiana di questo inizio millennio ma comunque... non ho cambiato canale e...
per un inspiegabile attacco di curiosità perversa ho scelto di ascoltare la canzone e vedere il video fino alla fine. Forse volevo oltrepassare il muro dei miei pregiudizi (che mi spingono a pensare che è meglio se Anna Tatangelo faccia la casalinga), forse volevo dare un'altra possibilità alla musica pop italiana di questo inizio millennio ma comunque... non ho cambiato canale e...
“Io
sono una muchacha troppo sexy,
che ama ballare senza trucco e tacchi,
ma anche i playboy che fanno tanto i dritti,
poi si innamorano di me
Perché...
Io sono una muchacha troppo sexy
che non da troppa confidenza ai maschi
Amo ballare sempre fino a tardiE far l'amore con il mar...”
che ama ballare senza trucco e tacchi,
ma anche i playboy che fanno tanto i dritti,
poi si innamorano di me
Perché...
Io sono una muchacha troppo sexy
che non da troppa confidenza ai maschi
Amo ballare sempre fino a tardiE far l'amore con il mar...”
Solo
poco tempo dopo ho saputo che quel testo (che in verità credevo scritto dal quattordicenne onanista di cui sopra) era opera di Checco
Silvestre dei Modà... e tutto è stato ancora più chiaro:
Silvestre, novello Mogol, si prodiga a distribuire il frutto della sua ispirazione (e della disperazione degli amanti della musica e della poesia) a chiunque abbia un minimo di voce... ma purtroppo per lui Mogol
è il simbolo di un periodo di altissimo livello per la musica
italiana, durante il quale un artista era un grande artista perché
aveva grande talento, mentre Silvestre è il simbolo del buco nero nel
quale la musica italiana si è infilata e dal quale non riesce più a
emergere, durante il quale un artista è un grande artista solo se fa
grandi incassi... abbia o non abbia talento.
Ma
cosa mi aspettavo? Il pop italiano ormai agonizza sommerso da
quintali di alessandreamorose, emmemarroni e altri spermatozoi defilippiani e io volevo
affidare le ultime speranze ad Anna Tatangelo?
Certo che no... volevo solo toccare con timpano cosa viene ascoltato 2 milioni di volte su Youtube e quindi conoscere il livello di agonia con le mie orecchie...
avevo davanti a me la musica trash, spazzatura, al potere e se sto scrivendo questo post e perché fra 20 anni, quando si calcoleranno i danni culturali causati da questo periodo musicale, io potrò dire "io non c'entro e ho la prova!".
Certo che no... volevo solo toccare con timpano cosa viene ascoltato 2 milioni di volte su Youtube e quindi conoscere il livello di agonia con le mie orecchie...
avevo davanti a me la musica trash, spazzatura, al potere e se sto scrivendo questo post e perché fra 20 anni, quando si calcoleranno i danni culturali causati da questo periodo musicale, io potrò dire "io non c'entro e ho la prova!".
“Povera
Italia” ho sospirato una volta terminato il video di "Muchacha".
Ho spento la tv.
Ho aperto e disfatto la valigia grande in cerca del romanzo di Moore, ho allontanato il più possibile il malumore artistico che la canzone dell'artisticamente nefasto binomio Tatangelo-Silvestre stava evocando in me e mi sono immerso nella felice lettura fra le pagine di “Demoni”fino a Pine Cove, Ben Sure, California...
Ho spento la tv.
Ho aperto e disfatto la valigia grande in cerca del romanzo di Moore, ho allontanato il più possibile il malumore artistico che la canzone dell'artisticamente nefasto binomio Tatangelo-Silvestre stava evocando in me e mi sono immerso nella felice lettura fra le pagine di “Demoni”fino a Pine Cove, Ben Sure, California...
...intanto
per le strade di Catania si brindava nella calda fine di Agosto.
K
K
Ti giuro...altro che bifidus !!!!
RispondiElimina