Ho iniziato a leggere "Una pace perfetta" di Amos Oz perché cercavo un libro che mi potesse aiutare ad approfondire l'astiosa questione fra Israele e Palestina, ebbene...
...con il libro di Oz ho fallito nel mio intento perché non c'è nessun accenno alla Palestina ma ha aperto nuove porte come quella dietro cui si celava la natura, la quotidianità e l'origine dei Kibbutz israeliani ma anche la porta dietro la quale c'è il punto dei vista di un israeliano sugli israeliani, i sionisti e gli ebrei.
Cos'è un Kibbutz? Al contrario di come comunemente si sia portati a pensare un kibbutz non è "una tipica espressione dialettale di Alberobello, usata dalle contadine quando qualcuno bussa alla porta del trullo con molta violenza, con arroganza, allora queste contadine vestite di nero rispondono kibbutz?"*
ma bensì è il tentativo di far vivere una comunità di persone secondo i dettami del socialismo, è un progetto laico che ha contribuito a formare lo Stato d'Israele ed è un tentativo concepito con le migliori intenzioni da sognatori utopici e che ha funzionato grazie alle volontà di ferro dei suoi appartenenti fino a quando, nel mezzo degli anni '60 del '900, le vecchie e sognatrici generazioni d'Israele non iniziarono a essere soppiantate da quella nuove e ambiziose che, come riportato nel libro, sono vermi senza scrupoli... e io d'istinto e senza motivo apparente ho pensato a Nethanyau.
*
...e degli ebrei cosa dicono gli israeliani?
Azaria Gitlin, uno dei personaggi del libro, fastidioso come un'ape nelle mutande a causa della propria saccenza ma capace di illuminazioni che fanno bene all'anima, dice:
"se fra gli ebrei scorre un odio così tremendo, c'è da stupirsi se le altre genti ci odiano? se ci odiano gli arabi" ed è difficile non trovarsi concordi con questo...
e poi c'è quel che Yolek, il direttore del Kibbutz scrive a Benya, uno di quegli ebrei che hanno lasciato i kibbutz e che hanno avuto fama e denaro negli Stati Uniti:
"Miserabile creatura, sei la cancrena che ha impestato il popolo ebraico, (...) tu sei il frutto marcio della diaspora. Per colpa vostra ci hanno odiato e continuano a odiarci a morte, di un odio pieno di ribrezzo.
Voi e la vostra avidità vorace (...) Senza un briciolo di considerazione e senza riguardo voi avete fatto di noi lo scarto di tutta l'umanità"
e lo scrive perché il luogo comune dell'ebreo avido, senza scrupoli e guerrafondaio stona con l'idea di fratellanza fondatrice dei kibbutz... lo scrive perché alcuni ebrei avidi, senza scrupoli e guerrafondai hanno sfregiato l'immagine di tutti gli ebrei e a cui ora è un arduo compito porre rimedio.
L'immagine avida degli ebrei stona con l'idea di kibbutz esattamente come la natura umana stona con l'idea di socialismo e "Una pace perfetta" lo dimostra... a meno che il socialismo non sia applicato con costrizione e quindi con regimi dittatoriali:
non puoi reprimere le naturali ambizioni umane in vasetti di sottaceti, che siano ambizioni materiali o intellettuali...
ci sarà sempre quella "scintilla depravata" che devia la propria strada da quella del gruppo... e se quella scintilla divampasse in un incendio, prima o poi, i vasetti esploderebbero sotto la pressione di quell'ardore aggiungendo sofferenza a sofferenza... perché le rivoluzioni hanno sempre fallito.
Ma com'è il libro?
E' vero, non ne ho ancora parlato... "Una pace perfetta" è come Azaria Gatlin, in alcuni punti sembra fin troppo saccente e soprattutto ripetitivo (ammetto che ogni tanto ho saltato righe se non pagine intere) ma ci sono alcune pagine davanti alle quali sono rimasto folgorato dalla loro bellezza e che sarebbe un peccato perdersi e che ora mostro:
un abbraccio
K
Woody Allen in panni ebraici |
"A un certo punto del cammino, a un certo punto del nostro grande piano qualcosa dev'essere andato storto"
Eshkol Primo Ministro israeliano
...e Israele è diventato questo:
http://levisionidik.blogspot.it/2014/07/israele-palestina-gaza-storia-chi-ha.html
http://levisionidik.blogspot.it/2014/07/cinema-sderot-bufala-la-foto-degli.html
http://levisionidik.blogspot.it/2012/11/strage-di-gaza-israele-ora-basta.html
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