lunedì 15 settembre 2014

"THE PRESTIGE": Qual è il limite tra finzione e realtà? (Recensione di Claudio Villanova)

di Claudio Villanova

Qual è il limite tra finzione e realtà?
Qual è la posta in gioco quando si supera questo limite?
"The prestige" è la storia di una rivalità fra due prestigiatori che potrebbe rispondere a questi interrogativi.
Il film di Cristopher Nolan segue le regole di un trucco da prestigiatore come ci racconta Michael Caine sin dalle prime scene: 

Ogni numero di magia è composto da 3 parti o atti. La prima parte è chiamata -La Promessa-. L'illusionista vi mostra qualcosa di ordinario: un mazzo di carte, un uccellino, o un uomo. Vi mostra questo oggetto. Magari vi chiede di ispezionarlo, di controllare se sia davvero reale, sia inalterato, normale. Ma ovviamente... è probabile che non lo sia. Il secondo atto è chiamato -La Svolta-. L'illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario. Ma ancora non applaudite. Perché far sparire qualcosa non è sufficiente; bisogna anche farla riapparire. Ora voi state cercando il segreto... ma non lo troverete, perché in realtà non state davvero guardando. Voi non volete saperlo. Voi volete essere ingannati. Per questo ogni numero di magia ha un terzo atto, la parte più ardua, la parte che chiamiamo -Il Prestigio-”.

Così come un grande incantatore Cristopher Nolan mescola i tasselli della sua storia, riordinando questo puzzle con grande pazienza, lasciando sulla strada piccoli indizi per lo spettatore, ma riservandosi il proprio prestigio solo nella scena finale.
Il film potrebbe essere letto come una grande metafora cinematografica sulla macchina dell'illusione per eccellenza, ma quest'opera riesce con grande efficacia anche a trattare argomenti più importanti come quelli dell'ambizione, del sacrificio o della gelosia. Nolan con equilibrio riesce a mescolare tutto in un thriller che di azione ne ha ben poca, ma che viene giocato su una struttura narrativa poco lineare e su personaggi carismatici che si impadroniscono della scena (grandi interpretazioni di Christian Bale, Scarlett Johansson, Hugh Jackman, David Bowie e Michael Caine).

La grammatica cinematografica si piega a questo mondo di magia e illusione con facilità e il regista inglese utilizza inquadrature inusuali o una serie di montaggi alternati, che aderiscono molto bene all'atmosfera fittizia dell'intero film.
Insomma Nolan crea un universo magico in cui egli rappresenta il direttore d'orchestra che gestisce il ritmo dell'opera e ne mostra l'illusiorietà senza perdere di vista la storia dei protagonista e la loro costruzione, che risulta complessa e sfaccettata.

Poteva essere un effimero gioco di stile, in cui il regista si erigeva a Dio della sua opera magica, ma Nolan riesce a trovare un grande equilibrio tra la narrazione di una storia e l'esibizione del proprio talento.
Voto 8 1/2 risposta: il limite non esiste!
"Casomai non vi rivedessi... buon pomeriggio, buonasera e buonanotte"
C.V.







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