sabato 5 ottobre 2013

A Luciano Ligabue: Esegesi, molto personale, di "Il sale della terra"

Ciao Luciano

stamattina, da dietro la vetrata di un bar del centro dove mi ero fermato a fare colazione, osservavo i primi vagiti uggiosi di questo Ottobre.
Osservavo i volti dei passanti in strada, anime forse con una meta dove dirigersi… sicuramente con un pensiero in cui perdersi.

Sedevo a un tavolo aspettando un caffè, continuando a rincorrere domande senza risposta, immaginando vite e cercando di addomesticare il cuore alla realtà… sempre con scarsi risultati.

Il cielo grigio di Ottobre era il palcoscenico perfetto per i miei sospiri, per le mie riflessioni fatte di quella malinconia che ogni tanto serve a fare da ponte fra il passato e il futuro, fra il “chi ero” e il “chi sarò”.

…e ti ho trovato lì, Luciano! 
Eri lì fra il sapore amaro del caffè, i titoli ad effetto dei quotidiani e il mormorio dei clienti.
Sei entrato nella mia mattinata mentre mi chiedevo chi sarei stato se fossi nato e vissuto a Parigi, a Damasco o a Buenos Aires.  
Tu eri lì! Nella TV del Bar. Era in onda il video del tuo nuovo singolo: 
Siamo il sale della terra”.



Ho abbozzato un sorriso.
Non avevo avuto ancora l’occasione né di ascoltare la canzone né di vedere il video e quello era il momento migliore per farlo.

I miei pensieri hanno iniziato a danzare sul pavimento sfuggente della mia mente mentre tu snocciolavi una calda cascata di parole:

Immaginavo le promesse che non costano niente e i trucchi vecchi per i maghi nuovi, le ragazze nella sala degli specchi e quel tappeto steso sulla spazzatura; Visualizzavo l’immagine della Mont Blanc, del dramma, della commedia, del facile rimedio, della farsa e della tragedia. 
Immaginavo la risata nel tunnel degli orrori.
Immaginavo la crisi.
Immagino la rinascita!

E sapevo che io ero in ognuna di quelle immagini anzi... io ero ognuna di quelle immagini!

Tutti quei passanti impressi nel video somigliavano parecchio a un presente inafferrabile. Ognuno di loro aveva volti a me noti, volti delle persone che amo, volti sbiaditi dal ricordo ma che furono importanti, volti con i quali ho sbagliato, altri per cui sono stato aria, volti che non rivedrò mai più, volti ai quali ho dedicato poesie o con i quali ho urlato ridendo alla luna!

Nonostante da tempo mi fossi allontanato da te (come ti ho già raccontato) in quel momento la tua voce era tornata a emozionarmi quasi come accadeva 20 anni fa!

Ho pagato in fretta la mia colazione e sono uscito in strada stringendomi nella giacca che solo fino a pochi giorni fa riposava nell’armadio.

Ho iniziato a camminare senza direzione. 
Per un istante la tua voce mi aveva restituito indietro il tempo passato, feste e candeline spente, addii mancati e baci improvvisi, e poi nomi e visi, la mia famiglia e tutti i miei amici, uno per uno, la terra di cui sono fatto!

Ho aumentato il passo mentre iniziava a piovere.
Troppi ricordi ingolfano il presente, ma non ero triste anzi... pulsavo sangue e vita.
"Cosa avrei raccontato ai miei figli della persona che sono oggi?" ho pensato.

Mi sono fermato, ho guardato il cielo e ho iniziato a ridere alla vita e la vita rideva con me.
Ho riso così tanto fino a mischiare le lacrime con la pioggia*, incurante della gente che mi guardava come solo i pazzi si possono guardare. 

Poi ho ripreso a camminare sulla mia strada, passo dopo passo, leggero, verso l'uomo che saprò essere.

Le crisi.
La difficoltà. 
Il tempo che non torna può intristire l'anima ma la musica la scuote e la fa danzare.

A mio modo ti voglio bene, Luciano.

Ti abbraccio

K

*"C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo" Fabrizio De Andrè

In questi giorni avresti potuto anche scrivere:

"Siamo la barca,
Siamo la diga.
Siamo l'oceano,
Siamo la frana.
Siamo lo scafista,
Siamo lo Stato.
Siamo chi volta le spalle,
siamo chi tende la mano.
Siamo la vittima
siamo il clandestino."

http://levisionidik.blogspot.it/2013/10/lampedusa-strage-di-migranti-solo.html

http://www.vajont.net/

Due foto all'arena di Verona


"Radiofreccia" 15 anni dopo
(Non ti ringrazierò mai abbastanza per quel film!)



BACKSTAGE
Musicalmente la canzone non mi fa impazzire, (un 6 di stima diciamo) ma trovo il video e il testo molto belli, specialmente "Siamo la risata nel tunnel degli orrori"... la trovo una frase meravigliosa. 

Questa lettera è stata scritta sull'onda dell'emozione di un momento. E' stata una somma di ricordi, presente, pensieri, progetti, voce del Liga che rievoca altri ricordi, persone da salutare e da incontrare, cielo grigio, realtà e visioni!

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