domenica 10 novembre 2013

A Checco Zalone: perché non vedrò "Sole a catinelle" (ma voi andateci!)

Ciao Checco

come si fa a recensire un film senza averlo visto? “E’ impossibile!” mi dirai tu… invece è proprio quello che sto per fare:

non ho nessuna intenzione di andare a vedere il tuo nuovo film,Sole a catinelle”, ma non per snobismo o per millantata superiorità intellettuale, bensì perché la vita ti mette davanti ad alcune scelte e io, per questioni di tempo, ho dovuto scegliere a quale arte sottrarre il mio prezioso tempo, quindi fra la letteratura (attiva e passiva), la musica e il cinema, a malincuore, ho dovuto scegliere il cinema. (mi sono perso anche "Django", l'ultimo Tarantino)

La maggior parte delle mie conoscenze che ha visto il tuo film esce dal cinema con il sorriso stampato in faccia. 
Chi ti ha visto mi dice che il tuo film fa ridere. 
E io mi fido!
Dai loro racconti ho capito che la storia non ha nulla di nuovo… ma chi se ne importa: loro avevano bisogno di ridere e tu li hai fatti ridere.

Ti accusano di mettere in scena solo personaggi qualunquisti, che esaltano la mediocrità e l’ignoranza dell’italiano medio. Ai tuoi detrattori è doveroso ricordare che uno dei film più comici della storia italiana è “Vieni avanti cretino”, nel quale Lino Banfi interpreta Baudaffi Pasquale, un personaggio pregno d’ignoranza, che non è proprio un esempio da seguire ma che ormai è leggenda. Il film non è un capolavoro cinematografico ma ti fa ridere per un’ora e mezza e anche a riguardarlo per 100 volte il risultato non cambia.
Ho il timore che una delle scene più divertenti di quel film (quella dal dentista, con un meraviglioso Gigi Reder) oggi verrebbe immotivatamente tacciata di omofobia.


Checco, però dopo tre personaggi simili è giusto rinnovarsi se non si vuole rischiare un’involuzione artistica.

Non dimenticare che la critica fu avversa anche al Fantozzi rag. Ugo di Paolo Villaggio o addirittura a Totò, che ha avuto la palma del più grande di tutti solo dopo la sua morte.
Oggi si rivaluta anche il cinema di serie B degli anni 70, quello con l’indimenticabile Edwige Fenech, Alvaro Vitali e Bombolo per intenderci….
Non sto facendo nessun paragone fra i sopra citati, ma è per dire che è assurdo come una certa critica non riesca ad accettare i film comici per lo scopo per il quale nascono: fare ridere. Tranne poi apprezzarli decenni dopo!

Ridere (talvolta anche di cose stupide) non è una malattia! Soprattutto in un momento di crisi economica come quello odierno in cui la tristezza s’annida ad ogni angolo, ridere è la medicina migliore, fa bene all'anima.
"Totò, Peppino e la malafemmina"
Checco, una cosa è certa, in una classifica cinematografica, i tuoi film si piazzano ben al di sopra dei vari “Natale a…” con Massimo Boldi e Christian De Sica, saga nata nel 1980 (magnifico il primo della serie) e poi mai evolutasi: sfido chiunque a classificare gli ultimi “Natale a…” nella categoria “Film comici”.

Parafrasando “Santa Maradona” (uno dei miei film preferiti): "Il problema non è vedere i film di Checco Zalone ma vedere solo i film di Checco Zalone".

Biblico

Ciao Checco, a me tu fai ridere (è un complimento) e, soprattutto musicalmente, ti trovo a tratti geniale!

Statt’ bun’


PS pensa un po': io per snobismo non guardo Mediaset, quindi nemmeno "Zelig"... eppure mi piaci!


“Mi ha fatto ridere e non m’interessa altro” A. (una delle mie conoscenze)


Un po' di rivalutazione








Il primo
Per chi non lo sapesse:
Checco Zalone nome d'arte di Luca Medici:
"Che cozzalone"
"Che tamarro o cafone, comunque di persona ignorante" in dialetto barese


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