Dylan Dog numero 74: “Il lungo Addio”, datato Novembre 1992, uno dei momenti in cui, forse, tutto ha avuto inizio!
...rimasi folgorato da quella storia d’amore… ma soprattutto dalla poesia contenuta in quelle pagine.
Una poesia semplice ma eccezionale… che smosse qualcosa nella mia anima… spingendomi definitivamente verso la scrittura!
Oggi incontro sempre più gente che dice
“Non si vive di poesia, ci sono cose più importanti”
eppure… più passa il tempo e più la poesia diventa essenziale per la mia esistenza, quasi al pari del respiro:
forse perché la poesia è solo un’arma per raggiungere il proprio Shangri-La oppure per rendersi impermeabili a quel che del mondo incrina le pareti dei sogni;
forse perché come diceva Luca Carboni, “Non pensavo che crescere significasse essere sempre un po’ più soli”,
o forse perché nella poesia c’è quel potere speciale, quanto raro, che ti permette di osservare la vita oltrepassando i propri confini, fondendosi con l'universo e seminando germogli di bellezza in chi vorrà farsi fecondare!
Per questo ora voglio condividere con coloro che, attratti da qualche forza misteriosa, avranno scelto di leggere “Il lungo Addio”:
IL LUNGO ADDIO
E lunghe ore a ingannarci così
a dire lui e lei, sempre gli altri
e i palliativi sono sempre tanti per non ammettere che siamo qui,
e Charlie Brown e Mafalda e la scuola
storie un po' vere a volte inventate
nei pomeriggi d'inverno e d'estate
di strani voli su una parola.
Quando cantavo Plaisir d'Amour
tu mi guardavi e ridevi più forte
non lo capivi che ti facevo la corte
o forse capivi e la furba eri tu...
e mi hai sospeso su un filo di lana
e mi ci terrai ancora per molto,
giovane amore, fiore non colto
o forse sì, ma da un'altra mano.
E chi lo sa se anche tu mi vuoi bene,
a volte credo di esserne certo
a volte invece sembra tutto uno scherzo,
fuggono gli occhi come falene
amica mia sorella speranza
quello che vuoi io non ti dirò,
quello che voglio non sentirò,
quello che c'è dietro l'indifferenza.
E tutto è morto e tutto è ancor vivo
e solamente tutto è cambiato
quello che provo l'ho sempre provato
e credo ancora in ciò in cui credevo
e il fiocco nero è l'unica cosa
che mi è rimasta con la malinconia,
ma insieme a questa stanca anarchia
vorrei anche te, amica mia
Ma dimmi tu non è meglio così?
Immaginare e illudersi sempre
qui ad aspettare qualcosa o niente
qui ad aspettare un no o un sì
che in ogni caso sarebbero fine
di tutto questo che almeno è un ricordo
così studiato giorno per giorno
fatto di tanti cristalli di brina
Ti abbraccio Dylan… che dal 1986 fai parte (più o meno attiva, perché ora ti acquisto solo quando viaggio) della mia vita.
Ti voglio bene
K
PS Dylan... il film che hanno girato su di te è ... meglio che non mi esprimo!