Ciao
Niccolò
ma
come ti è venuto in mente di scrivere una storia che definire
distopica è riduttivo? ...dalla quale si dovrebbe rifuggire se solo
non fosse scritta nel coinvolgente stile "ammanitiano"... se solo, una volta iniziata la lettura,
non si fosse obbligati a voler sapere come andrà a finire, e anche
il più velocemente possibile.
Una
storia che solo una mente estremamente audace e cinica può
concepire.
La
storia di Anna,
Anna
nel disperato tentativo di sopravvivere alla Sicilia del 2020,
popolata da soli bambini, perché tutti gli adulti del mondo sono
morti a causa di un virus letale che uccide ogni essere umano al di
sopra dei 14 anni...
Anna
in viaggio da Palermo verso la Calabria, verso "il Continente" dove
forse qualche grande s'è salvato è ha quell'antidoto che significa
salvezza.
Anna
nella Sicilia in fiamme, la Sicilia disabitata, la Sicilia senza
elettricità, la Sicilia che è solo un ricordo.
Anna
fra bambini in branco, bambini sperduti, bambini affamati, bambini
inconsapevoli perché gli occhi
di un bambino, per fortuna, non hanno termine di paragone.
Anna
bellissima, Anna 13 o forse 14 anni, Anna bambina, Anna maestra,
Anna innamorata nonostante tutto, Anna a pezzi, Anna una forza
inimmaginabile perché ad Astor, suo fratello minore, non accada
nulla...
Anna
verso un motivo per sopravvivere,
Anna
donna.
"Anna"
è distopia vera, un romanzo che potrebbe ricordare "Il
signore delle mosche" di Golding ma soprattutto "La strada" di McCarthy:
lo stesso peregrinare di due esseri umani in un mondo disperato verso un “dove”
nel quale non si avrà, comunque, nessuna certezza di sopravvivere...
ma bisogna provarci... ora, sempre!
Fortunatamente
Ammaniti non racconta "Anna" con la stessa spietatezza
narrativa di McCarty che ne "La strada" descrive un incubo
senza via d'uscita... in cui anche i pazzi non riporrebbero più nessuna fiducia nel futuro, affondando il lettore nei peggiori istinti
umani... e lo descrive così bene, così senza pietà, da convincere
che quel futuro è il peggior futuro possibile, ed è possibile visto che si può raccontare,
anzi... è già in atto!
Invece
in "Anna", pur nella tragedia, si respira una certa
possibilità di salvezza.... si ha la sensazione che, nonostante
tutto, qualcosa si è salvato (no, non sto citando Vasco Rossi), da
qualche parte c'è un principio di vita, una rinascita di bellezza e Messina ne è
la prova.... a Messina non ci sono adulti ma c'è la vita, la Natura
è ancora viva ed è un ottima base da cui ripartire...
e
se la bellezza, e se la vita c'è lì... c'è per forza da qualche altra dannata parte
dell'Universo...
e
allora...
bisogna
provarci...ora, sempre!
K
Niccolò Ammaniti |
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