lunedì 24 febbraio 2014

L'attimo fuggente dei Talent Show. Lettera al Professor Keating

Caro professor Keating

in Italia stanno continuando a fare “Masterpiece” un talent show sulla scrittura.
Un talent show è un programma televisivo nel quale si normalizza l’arte, si appiattisce a un livello mediocre la musica, il ballo e ora perfino la letteratura. Si imprigiona la fantasia, si smussano i meravigliosi picchi eccentrici che sono linfa vitale di qualsiasi talento e tutto questo al solo scopo di creare delle macchine da soldi che verranno dimenticate al primo istante di crisi artistica, nel momento in cui smetteranno di essere una miniera d’oro.

Guardando “Masterpiece”, ma anche “Amici”, "Masterchef" o “X-Factor” Lei potrebbe dire: “Escrementi: ecco cosa penso delle teorie di Andrea De Carlo” oppure delle teorie di Rudy Zerbi, di Joe Bastianich e di ognuno di costoro che probabilmente sono anche ottimi professionisti,forse anche i migliori nel loro campo artistico, ma che accettano di essere delle macchiette d'avanspettacolo(che nella comicità è una nobile figura)con il ruolo d'insegnanti d'arte per entrare nell'immaginario comune dell'opinione pubblica e dei telespettatori. 

Professor Keating, nei Talent non c'è nessuna forma di quotidiana realtà, è puro show-business, vale più chi fa fare ascolti alti che chi ha talento vero e questa regola vale sia per i concorrenti che per i "Maestri" o i "Giudici". 
Questo è un dogma indiscutibile per chi fa televisione e un Talent non può fare a meno di subirlo.
Eppure, come Lei ben sa, l'arte non conosce regole, l'arte dev'essere libera di Essere e basta.
Non ci si può arrogare il diritto d'insegnare un'unica strada per il talento, per l’immaginazione e per la capacità di dargli vita soprattutto non si può farlo davanti a una telecamera.


Insomma… nei Talent non s'impara nessuna creatività, ma purtroppo s'impara a fare tabula rasa dei propri pensieri e a moderare le fiammate artistiche perché l’unico fine è creare un modello d’artista medio che piaccia alla maggioranza del pubblico, pubblico che quindi verrà ammaestrato alla mediocrità e che non saprà più distinguere il talento da una moda di passaggio, distinguere fra il genio perpetuo e l’effimero.

alcuni dei "professori" di Amici.  
Mi auguro di essermi spiegato al meglio professor Keating:


Fabrizio De Andrè sarebbe stato ridicolizzato a “X-Factor” e “Pasolini” lo sarebbe stato a Masterpiece.   
Ad “Amici” avrebbero preferito Moreno a Francesco Guccini perché Moreno avrebbe venduto più dischi nell'immediato con buona pace di "Cyrano" e "Culodritto".

…ma mi perdoni, che sbadato che sono!… De Andrè, Pasolini e Guccini si sarebbero tenuti alla larga da questi specchietti per allodole in cui il vincitore non è l'Arte.
Quanta arte in una solo foto!
Per essere più chiaro sul significato di Arte vorrei citarla, eh già… vorrei mettere per iscritto proprio uno dei suoi insegnamenti più famosi e vorrei dedicarlo a chiunque serbi in sé sogni da voler realizzare a ogni costo e che troppo spesso diviene preda di mercenari travestiti da Maestri* (non mi riferisco a nessuno in particolare ma è facile incontrare falsi Maestri sulla strada dei sogni):

Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie, perché siamo membri della razza umana. E la razza umana è piena di passione. 
Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita!
Citando Walt Whitman:

- O me, o vita! Domande come queste mi perseguitano. Infiniti cortei di infedeli, città gremite di stolti, che v'è di nuovo in tutto questo, o me, o vita! Risposta: che tu sei qui, che la vita esiste (...).
Che il potente spettacolo continua e tu puoi contribuire con un verso. - 

Quale sarà il tuo verso?


…e lo stesso vale per la musica, per la pittura e per ogni arte che innalza l’anima dell’uomo ad un livello Divino, perché l’arte è un miracolo continuo che culla ogni esistenza fra le potenti e ambigue correnti dell’universo. 

I "maestri" dei Talent dovrebbero imparare da lei... ah già... ma se lo facessero non lavorerebbero nei Talent.

Grazie a esseri umani come Lei la fiamma dell’arte non verrà mai spenta e ci sarà sempre una possibilità per il futuro dell'umanità perché il ruolo di un professore non è quello d'insegnare... tanto meno di educare bensì quello d'ispirare... ispirare a essere migliori.

Le voglio bene Professore e l'abbraccio





In Masterpiece danno 15 minuti per scrivere dei testi, a A John Fante diedero 7mesi per scrivere un romanzo, ci mise 2anni ma scrisse un capolavoro: "La strada per L.A.". A sarebbe fuori.








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