giovedì 13 febbraio 2014

Per Samìa! "Non dirmi che hai paura" di Giuseppe Catozzella, la recensione

Ciao Samìa

non dirmi che hai paura, piccola, perché ora ogni cosa è perfetta nelle parole che Giuseppe Catozzella ti ha dedicato, parole scritte con passione, una passione intensa che si percepisce leggendo la tua storia che lui ha voluto scrivere rendendoti immortale.
Perché l’arte ha il potere dell’eternità:
ora sei nella memoria del mondo e di te rimarrà un video in cui una ragazzina di 17 anni emoziona milioni di spettatori sfidando l’impossibile nei 200 metri femminili alle Olimpiadi di Pechino 2008, ma soprattutto rimarrà un libro in cui tu corri ancora “come se non dovessi arrivare da nessuna parte”, tu corri ancora… corri nel per sempre.

Per merito di Giuseppe Catozzella sono entrato nella tua storia, nella tua vita: 
ho corso con te e con Alì per le strade di Mogadiscio martoriate dalla guerra, mi sono addormentato ascoltando le canzoni di Hodan, ho imparato dalla saggezza di aabe ed ero fra il pubblico di Pechino, in piedi ad applaudire la tua vittoria perché tu, Samìa, a Pechino hai vinto, e chi dice che hai perso... mente.



…e poi il Viaggio, maledetto Viaggio, insensato Viaggio! Anche ora mentre scrivo sento la rabbia e la tristezza che ho provato mentre ne leggevo, ma le mie sensazioni sono un granello di sabbia nella terribile infinità del deserto in confronto a quello che hai vissuto tu. 
Come abbiamo potuto che ti accadesse? Eppure ancora accade, proprio in questo momento sta accadendo di nuovo. Perdonaci Samìa… perdonaci!
   


Avrei voluto dirti di non farlo. Avrei voluto abbracciarti e non lasciarti partire e invece sei partita perché non si può arrestare il desiderio di libertà, non si può imprigionare chi è “fatto della stessa materia dei sogni”*, non si può fermare chi non ha paura di correre verso il proprio destino anche se per raggiungerlo ci sono un deserto soffocante o un mare impietoso da attraversare.

Grazie a Giuseppe Catozzella sono entrato nella tua anima perché questo libro sembra scritto con la tua voce, con il battito del tuo cuore. Questo libro non sembra opera di uno scrittore di 37 anni della provincia di Milano ma di una piccola guerriera somala che chiedeva solo di poter correre libera come una farfalla e che invece è diventata un monito, una bandiera di libertà.


Cara Samìa veloce come il tempo, ora sei nel mare che i Signori della guerra ti vietavano di avvicinare, sei  nella deserto che non ti può più far male.
Dolce Samìa, non dirmi che hai paura ora che per te la guerra è finita, ora che sei il vento che gioca fra le foglie, un cavallo alato che vola nell’aria, ora che sei un miracolo.


“Non dirmi che hai paura” è un libro essenziale del quale ci s’innamora, del quale non si può fare a meno se si vuole aprire gli occhi davanti ad una dolorosa realtà della nostra epoca, un libro che ognuno di noi ha il dovere di leggere.

 Il più grande merito di Catozzella è stato quello di dare un nome a una di quei viaggiatori disperati, raccontarne la sua storia e da oggi, grazie a lui, ogni immigrato che cerca di raggiungere le nostre coste per fuggire da terre senza speranza, chiamatelo pure Samìa… 

...Samìa che ce l’ha fatta, Samìa che ha vinto, Samìa che non ha avuto paura, perché “la paura è un lusso della felicità”.   

Ti abbraccio forte Samìa, come avresti meritato di essere abbracciata

K  
Pif legge Catozzella


NB le frasi che ho scritto in corsivo sono frasi estratte da "Non dirmi che hai paura".
*frase di William Shakespeare usata in modo perfetto in questo libro da Giuseppe Catozzella






L'articolo che Roberto Saviano ha scritto su "Non dirmi che hai paura":
http://www.repubblica.it/cultura/2014/01/11/news/samia_yusuf_omar_libro-75623570/



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