mercoledì 19 giugno 2013

L'incontro fra Mick Jagger e Keith Richards: l'origine dei Rolling Stones (Lettera storica)

Dopo aver finito di leggere (per la seconda volta) Ti prendo e ti porto via” di Niccolò Ammaniti ho scelto come compagno di viaggio letterario “Life” l’autobiografia di Keith Richards, epico chitarrista dei Rolling Stones, e fra le prime pagine ecco la prima grande sorpresa, un tesoro dal valore inestimabile per un amante della musica e per uno che cura un blog epistolare:

una lettera del 1962 con la quale il grande Keith racconta a sua zia Pat l’evento che cambiò la sua vita e quella della storia della musica, l’incontro con Mick Jagger!

Il mio primo pensiero è stato “devo averla nel blog” e naturalmente è una grande gioia per me condividerla con te:


6 Spielman Rd 
Dartford 
Kent

Cara Pat, Mi spiace tanto non aver scritto prima (mi dichiaro insano di mente) con la voce stridula di Bluebottle. Esce di scena fra gli applausi assordanti del pubblico.
Spero che tu stia proprio bene. Siamo sopravvissuti un altro glorioso inverno inglese. Mi chiedo in quale giorno cadrà l’estate quest'anno? 
Ah, ma mia cara sono stato mooolto indaffarato da Natale oltre alla scuola. Ti ricordi che mi piaceva molto Chuck Berry e pensavo di essere l’unico fan nel raggio di chilometri, be invece un mattino vicino alla stz. (così non devo scrivere una parola lunga come stazione) di Dartford me ne stavo lì con un disco di Chuck in mano quando un tizio che conoscevo alle elementari, dalla prima alla quinta, insomma, è venuto da me. Lui ha tutti i dischi che Chuck Berry abbia mai inciso e anche i suoi amici sono fan del Rhytm & Blues, del vero R & B voglio dire (non quello schifo di Dinah Shore, Brook Benton) Jimmy Reed, Muddy Waters, Chuck, Howlin 'Wolf, John Lee Hooker, tutti i blusman di Chicago, roba veramente funky, meravigliosa. Bo Diddley è un altro grande. 

Comunque il ragazzo della stazione si chiama Mick Jagger e tutti i suoi amici, maschi e femmine, si incontrano ogni sabato mattina al 'Carousell' un locale con un jukebox e così una mattina di gennaio mi trovavao a passare di là e ha pensato di fargli una visita. Mi hanno fatto una gran festa e mi hanno invitato a circa 10 party. Tra l’altro Mick è il più grande cantante di R & B su questa sponda dell'Atlantico e non dico forse. Io suono la chitarra (elettrica) stile Chuck in più abbiamo assoldato ​​un bassista un batterista e uno alla chitarra ritmica e facciamo le prove 2 o 3 notti a settimana. SWINGIN’.
Naturalmente sguazzano tutti nell’oro e abitano in enormi villoni, assurdo, uno è persino un maggiordomo. Sono andato là con Mick (naturalmente in macchina con Mick la macchina non è mia ovviamente) ACCIDENTI LA GRAMMATICA E’ IMPOSSIBILE.
 "Desidera qualcosa, signore?" 
Vodka e lime, per favore.” 
"Certo, signore" 
Mi sono sentito un vero lord, c’è mancato poco che chiedessi la mia coroncina prima di andarmene. 
Per il resto qui va tutto bene.


Solo che non riesco a smettere di ascoltare Chuck Berry, però, di recente ho comprato un suo LP direttamente dalla Chess Records di Chicago e mi è costato meno di un dischi inglesi.
Naturalmente qui si ascoltano anche i vecchi Galeotti, sai? Cliff Richard, Adam Faith e 2 nuovi shockers Shane Fenton e Jora Leyton. ROBACCIA MAI SENTITA PRIMA. Fatta eccezione per quella burino di Sinatra ah ah ah ah ah ah ah. 
Fatto sta che non mi annoio più.  Sabato andrò a una festa che durerà tutta la notte.
"I looked at my watch 
It was four-o-five 
Man I didn't know 
If I was dead or alive" 
citazione di Chuck Berry 
Reeling and a Rocking*
12 galloni di Birra, 1 barile di Sidro, 3 bottiglie di Whiskey, Vino. Sua mamma e suo papà sono via per il fine settimana e io (sono lieto di annunciare) mi dimenerò fino a stramazzare al suolo.
Il sabato dopo io e Mick portiamo due ragazze al nostro club preferito di R&B su a Ealing, nel Middlesex.
C’è un tipo con l’armonica elettrica Cyril Davies favoloso come sempre mezzo ubriaco non rasato suona come un pazzo, meraviglioso.
Be’ non mi viene in mente nient’altro con cui annoiarti, così mi congendo augurando la buonanotte agli spettatori.
GRANDE GHIGNO
Con affetto
Keith xxxxx
Chi altro scriverebbe simili stronzate –

Dopo averla letta ho avuta la bellissima impressione di essere stato anch’io lì, alla stazione di Dartford… nel momento in cui veniva concepita la leggenda!

Ti auguro di aver provato le mie stesse emozioni nel leggerla

K



*Traduzione: “Ho guardato l’orologio/ erano le quattro e conque/ diamine, non sapevo/ se ero morto o vivo”


50 ANNI DOPO

(3 su 5)




NB Mick Jagger e Keith Richards frequentarono le scuole elementari insieme ma poi si persero di vista fono a quel giorno narrato nella lettera.








1 commento:

  1. un incontro casuale artefice di una storia straordinaria..... pensate cosa ci saremmo persi se uno dei due quella mattina avesse deciso di fare una strada alternativa..... o che ne sò.... una febbre improvvisa di Mick, o solo se Keith non avesse avuto quel disco sotto il braccio...... nulla.... forse un timido ciao, quello che si riserva ad un vecchio compagno delle elementari e nulla più..... mi vedo le scene che descrivo ma non posso immaginare il rock senza gli Stones..... :-)

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